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Il Ginocchio del corridore: analisi, cause, cure…prevenzione.

In collaborazione con Fabio Di Federico – responsabile area fisioterapica – massoterapia Pescaracalcio5 & Polisportiva Pesca

Una condizione che talvolta si verifica nei runner durante la corsa è di avvertire un dolore alla parte esterna del ginocchio che inizialmente non si presenta in modo acuto ma che, con l’aumentare del chilometraggio, aumenta di intensità e si riduce solo al termine del training.

Potrebbe essere intervenuto un affaticamento della bandelletta ileotibiale, una sindrome anche conosciuta come “il ginocchio del corridore”.

Si tratta di una problematica che può manifestarsi quando un Runner aumenta i carichi di allenamento in termini di velocità e distanze per via di uno stress articolare.

Talvolta il sovraccarico è ancora limitato e, pertanto, non si avverte subito il dolore/fastidio e questo fatto può trarre in inganno anche i Runner più esperti che proseguono il training incuranti del fastidio, per poi, dopo un certo numero di chilometri, percepire un dolore acuto, crescente, nella parte esterna del ginocchio che conduce l’atleta a interrompere l’allenamento.

La benderella ileo tibiale (o tratto ileotibiale) è il tendine comune di due muscoli, il grande gluteo e il muscolo tensore della fascia lata. Si inserisce sulla faccia esterna della tibia (in un punto chiamato tubercolo del Gerdy), subito al di sotto dell’articolazione del ginocchio. Nel suo decorso, essa passa superficialmente ad una protuberanza ossea detta epicondilo femorale laterale (parte esterna del ginocchio), da cui è separata da una struttura chiamata “borsa sierosa” che permette lo scorrimento.

La funzione di tale struttura è alquanto controversa; la maggior parte degli Autori le attribuisce un ruolo biomeccanico, ovvero di stabilizzazione della componente anterolaterale del ginocchio e contribuisce alla extrarotazione dell’anca insieme ai muscoli specifici dell’anca.

La sindrome della benderella ileotibiale è una borsite (fa parte infatti di quelle patologie conosciute come borsiti del ginocchio: borsite pre rotulea, borsite della zampa d’oca, e appunto la sindrome della bendelletta ileo-tibiale) .

L’ispessimento di questo strato sinoviale, e conseguentemente la produzione di altro liquido, sono determinate dalla pressione cronica o dall’attrito, causata dal ripetuto ed eccessivo spostamento e sfregamento del tendine al di sopra dell’epicondilo femorale laterale (parte esterna del ginocchio), che viene scavalcato continuamente nei movimenti di flessoestensione del ginocchio. Infatti a ginocchio esteso il tendine si trova davanti all’epicondilo, lo ricopre quando il ginocchio è a 30° circa, e si trova dietro quando il ginocchio è flesso. Poichè non si tratta di una borsa propriamente detta, si preferisce parlare di sindrome piuttosto che di borsite.

Come detto in precedenza, il fastidio/dolore alla parte esterna del ginocchio, nelle fasi iniziali dell’allenamento potrebbe non essere subito acuto ma manifestarsi/accentuarsi con l’addivenire del chilometraggio in crescendo.

In alcuni Runner interviene la sensazione che il ginocchio si “blocchi”: questo accade quando la bandelletta passa sopra il condilo femorale laterale, ovvero quando il ginocchio, flettendosi, trova una angolazione di circa 30 gradi.

Il fastidio/dolore si va ad attenuare a a riposo ma se la situazione non viene curata opportunamente, l’infiammazione può aggravarsi e il dolore persistere anche a distanza dall’allenamento provocando difficoltà nella flessione della gamba.

La diagnosi di “sindrome della bandelletta ileotibiale” si effettua a mezzo di esame obiettivo che evidenzi dolori alla pressopalpazione nella zona del seno tarsale e con esami radiologici.

LE CAUSE

Tra le motivazioni che conducono alla infiammazione della bandelletta, vi sono sia fattori anatomici sia fattori sportivi: le cause legate all’anatomia della persona possiamo trovarle nel ginocchio valgo, nel piede pronato, nell’epicondilo femorale pronunciato e, anche non sempre considerato, nel sovrappeso.

Tra i fattori sportivi invece si possono rinvenire l’intensificazione e la modifica degli allenamenti, la corsa con pendenze positive e negative.
Recenti studi scientifici rivelano che questo tipo di infortunio possa anche dipendere da una debolezza dei muscoli delle anche che, interferendo con la biomeccanica della corsa, possono portare ad un sovraccarico del ginocchio.

LA CURA

Per superare la fase acuta è verrà consigliato dall’equipe medica il riposo assoluto per un periodo che varia, a seconda della gravità dell’infiammazione, tra le 2 e le 4 settimane, associato a crioterapia, CMF, Tecar, laser.

Tuttavia il riposo da solo non è sufficiente a risolvere il problema poiche l’infiammazione è spesso dovuta alla debolezza della struttura muscolare che supporta l’articolazione del ginocchio.

I preparatori atletici, i fisioterapisti, sempre in sinergia con l’area medica, supportano un percorso di potenziamento personalizzato che riguardi tutti i muscoli coinvolti nella meccanica dell’articolazione del ginocchio.

Inoltre è importante analizzare la tecnica di corsa per risolvere eventuali problemi posturali.

LA PREVENZIONE

Così come per il trattamento della patologia, anche per la prevenzione è essenziale e quindi occorre effettuare esercizi di stretching dei glutei e del muscolo della fascia lata e, proprio per intervenire eventualmente sulla postura in dinamica, effettuare un esame baropotometrico per valutare l’appoggio plantare e per la scelta corretta delle scarpe da indossare quando si corre ed eventuali plantari.

PROGRAMMA DI STRETCHING

Lo stretching del grande gluteo e del tensore della fascia lata sono essenziali non solo ad alleviare i sintomi ma a prevenire delle recidive. Da ricordare che lo stretching è parte integrante non solo del programma riabilitativo, ma anche del programma di allenamento quotidiano di uno sportivo.

Esercizi da ripetere due volte per ogni esercizio su entrambe le gambe, 2/ 3 volte al giorno. Tenere ogni volta la tensione per 5 secondi.

1. STRETCHING DEGLI ABDUTTORI DELL’ANCA

In stazione eretta con gli arti inferiori estesi, piedi uniti. Piegarsi al massimo verso l’arto opposto a quello che deve essere stirato. Il ginocchio dell’arto non sottoposto all’esercizio può essere flesso.

2. STRETCHING DELLA BENDERELLA ILEOTIBIALE

In stazione eretta con le ginocchia estese; incrociare l’arto che deve essere sottoposto a stretching più possibile dietro l’altro. Piegarsi lateralmente verso l’arto anteriore.

3. STRETCHING DELLA BENDERELLA ILEOTIBIALE

Assumere la stessa posizione del punto 2. Flettere un poco il ginocchio dell’arto posteriore. Muovere il tronco verso il lato non interessato e le anche verso il lato dove deve essere effettuato lo stretching. Si deve avvertire la tensione sul margine laterale del ginocchio flesso.

4. STRETCHING DEGLI ISCHIOCRURALI E DELLA BENDERELLA ILEOTIBIALE

In stazione eretta con le ginocchia estese. Incrociare gli arti inferiori in modo che 1′arto da stirare si trovi dietro l’altro. Inclinare il tronco verso il basso e in fuori verso l’arto anteriore, tentando di raggiungere il tallone dell’arto da stirare.

5. STRETCHING DELLA BENDERELLA ILEOTIBIALE

In decubito sul lato dell’arto sano con la schiena a pochi centimetri dal bordo del lettino. Flettere l’anca dell’arto sano per mantenere l’equilibrio. Estendere il ginocchio dell’arto da sottoporre allo stretching e porre l’arto fuori dal bordo del lettino in modo che l’arto sia diritto. Lasciare che la gravità porti verso il basso l’arto, producendo lo stretching.

6. STRETCHING DELLA BENDERELLA ILEOTIBIALE

In decubito sul lato dell’arto da sottoporre a stretching con il ginocchio esteso e fatto in linea con il tronco; flettere il ginocchio dell’arto superiore e mettere le mani direttamente sotto le spalle per sopportare il peso del tronco. Sollevarsi estendendo le braccia il piu’ possibile. L’arto da sottoporre a stretching deve essere tenuto diritto per avvertire la massima tensione all’anca.

7. TORSIONE DA SEDUTI

Seduto a terra con la gamba sinistra distesa e la destra accavallata con il ginocchio verso il petto, ruota il busto, porta il gomito sinistro a contatto con il ginocchio della gamba destra e spingilo verso l’interno così da allungare la parte esterna della coscia. Mantieni la posizione per almeno 30 secondi senza bloccare la respirazione. Inverti la posizione per allungare l’altra parte.

8. SALICE PIANGENTE

In piedi, incrocia la gamba sinistra davanti alla destra, poi fletti il busto lateralmente verso sinistra e spingi il bacino verso destra, finché non senti allungare la muscolatura laterale del bacino. Per aumentare l’effetto puoi flettere il braccio destro verso sinistra. Per allungare l’altra parte inverti la posizione.

9. STRETCHING TENSORE DELLA FASCIA LATA

Per concludere con gli esercizi di stretching propongo anche questo relativo al tensore della fascia lata.

Rimaniamo a disposizione per approfondimenti sia sul lato del training che fisioterapico.

 

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